
Audi A1, ovvero la conferma che la perseveranza è una virtù che ha premiato più di una casa automobilistica. Costanza nella nominazione dei prodotti e mantenimento di alcuni standard tecnici o estetici sono di sicuro elementi portanti nella filosofia Audi, un “modus operandi” che la inserisce di diritto nel ristretto circolo delle vetture premium.La conferma arriva direttamente dal Salone di Tokyo 2007, e si chiama Audi Metroproject Quattro Concept. Un prototipo che segna il rientro dei Quattro Anelli nel segmento B, quello di Grande Punto e Clio per intenderci. Il tutto dopo i non rosei risultati della precedente Audi A2, un'auto incompresa ma sicuramente ricca di soluzioni tecniche all'avanguardia. Il cambio di rotta è tanto radicale quanto evidente, coemtestimoniani gli scatti esclusivi ricevuti dal nostro inviato sul campo presso la kermesse giapponese.Di famigliaCome avevamo già intuito dai bozzetti circolati qualche settimana fa, il design della nuova A1 non dimentica il family feeling della casa di Ingolstadt. A partire dalla calandra anteriore, dominata dal single frame cromato, mentre i gruppi ottici piuttosto massicci presentano una finitura interna diversa, ad esempio, di quella vista sulla nuova A4.La fiancata è tesa, massiccia, richiama alle berline tedesche, mentre il padiglione risalta per la finitura color alluminio e la mancanza del montante centrale: soluzione quest'ultima che difficilmente vedremo sul futuro modello di serie.Il posteriore è solido, massiccio, piuttosto pulito nelle linee. Molto intrigante la soluzione del doppio terminale di scarico, mentre apprezziamo (e ci auguriamo venga mantenuta) l'ottima estensione delle superfici vetrate: nell'era dei montanti chilometrici e della visibilità sacrificata sull'altare del design, un ritorno a soluzioni più funzionali non può che raccogliere il nostro consenso.
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